Stacks Image 1135

cronostoriografia

753 a.C.
Fondazione di Roma, secondo Marco Terenzio Varrone, universalmente accettata. Romolo è il primo Re. – Guerre con Fidene e Veio. – Tito Tazio condivide il trono. – Ratto delle Sabine. – Fusione tra Sabini e Romani.
715 a.C.
Sale al trono Re Numa Pompilio.
670 a.C.
Sale al trono Re Tullo Ostilio.
665 a.C.
Roma sconfigge Albalonga, grazie alla vittoria dei fratelli Orazi sui Curiazi, e la distrugge.
640 a.C.
Sale al trono Re Anco Marzio. – Guerre contro i Latini.
616 a.C.
Sale al trono Re Tarquinio Prisco. - Primi documenti scritti risultanti dai ritrovamenti.
578 a.C.
I figli di Anco Marzio uccidono Tarquinio Prisco.
568 a.C.
Sale al trono Re Servio Tullio. Si costruisce la cinta delle Mura Serviane.
534 a.C.
Sale al trono Re Tarquinio il Superbo.
509 a.C.
Tarquinio il Superbo messo in fuga e bandito. – Fondazione della Repubblica, secondo Varrone.
508 a.C.
Primo trattato commerciale di Roma con Cartagine, secondo lo storico greco Polibio.
491 a.C.
Guerra contro i Volsci.
470 a.C.
Roma viene divisa in 16 tribù rurali ed in 4 urbane.
450 a.C.
I Decemviri redigono le “XII Tavole”, atto fondante della Costituzione Romana per molti secoli a venire.
431 a.C.
Cincinnato sconfigge gli Equi.
396 a.C.
Il
Dictator Marco Furio Camillo distrugge Veio.
390 a.C.
I Romani si danno alla fuga di fronte ai Galli Senoni, nella battaglia del fiume Allia. Brenno saccheggia la città:
Vae victis!
354 a.C.
Trattato di alleanza tra Romani e Sanniti.
348 a.C.
Nuovo trattato commerciale con Cartagine.
343 a.C.
Ha inizio la Prima Guerra Sannitica.
338 a.C.
Viene domata l’insurrezione dei Latini e scioglimento della Lega Latina.
327 a.C.
Seconda Guerra Sannitica.
326 a.C.
Neapolis (Napoli) si arrende e viene annessa.
321 a.C.
I Romani si arrendono ai Sanniti presso le famigerate
Furculae Caudinae (Forche Caudine) e sono costretti a passare sotto i gioghi.
316 a.C.
Riprende la Guerra Sannitica.
308 a.C.
Quinto Fabio Massimo Rulliano sconfigge gli Etruschi.
306 a.C.
Nuovo trattato commerciale tra Roma e Cartagine.
304 a.C.
Fine della Seconda Guerra Sannitica.
298 a.C.
Terza Guerra Sannitica. Etruschi, Galli, Umbri e Piceni si coalizzano con i Sanniti contro Roma.
295 a.C.
I Romani sconfiggono la coalizione nella battaglia di Sentino.
290 a.C.
E’ siglata la pace con i Sanniti.
283 a.C.
Vittoria del Console Publio Cornelio Dolabella sui Galli Boi e sugli Etruschi al Lago Vadimone, e successiva annessione dell’Etruria.
282 a.C.
Roma difende
Turi (Bari) dai Lucani e la pone sotto la propria influenza.
281 a.C.
Taranto, allarmata, provoca Roma, che reagisce.
280 a.C.
Pirro, Re dell’Epiro, accorre in aiuto dei Tarantini e sconfigge i Romani ad Eraclea (Golfo di Taranto).
279 a.C.
Sanguinosa “Vittoria di Pirro” ad Ascoli Satriano (località fra Puglia, Lucania e Campania).
278 a.C.
Cartagine e Roma si alleano contro Pirro, che, comunque, domina in Sicilia.
275 a.C.
I Romani sconfiggono Pirro a Maleventum (ribattezzata poi, perciò, Beneventum. Attuale Benevento) e lo costringono a tornare in Epiro.
272 a.C.
Taranto si arrende.
270 a.C.
Roma si annette tutto il Meridione d’Italia. A Roma prendono piede i combattimenti fra gladiatori.
264 a.C.
Inizia la Prima Guerra Punica. I Romani sbarcano a Messina e conquistano Agrigento. Siracusa è accolta nell’alleanza contro i Cartaginesi.
260 a.C.
Il Console Caio Duilio, grazie all’invenzione bellica dei “corvi” (passerelle che uncinavano e trattenevano le navi nemiche, consentendo ai “marines” romani di arrembare e combattere come fossero sulla terraferma) debella la flotta cartaginese a Milazzo.
259 a.C.
I Cartaginesi perdono la rocca di Enna.
256 a.C.
I Romani sconfiggono i Cartaginesi nella grande battaglia navale di Ecnomo (di fronte alla costa sud della Sicilia).
255 a.C.
Attilio Regolo viene sconfitto e catturato in Africa.
247 a.C.
Amilcare Barca è inviato in Sicilia.
241 a.C.
Il Console Gaio Lutazio Catulo sconfigge i Cartaginesi alle isole Egadi. Fine Prima Guerra Punica. La Sicilia è una nuova Provincia.
238 a.C.
I Romani occupano la Sardegna e la Corsica.
229 a.C.
Amilcare muore, e gli succede Asdrubale. – Roma sconfigge i pirati dell’Illiria, conquistandosi le simpatie greche e l’influenza sull’Adriatico.
227 a.C.
Le
Provincae (zone d’influenza romana, sottoposte all’Imperium di un Pretore) vengono istituzionalizzate.
225 a.C.
I Romani sconfiggono i Galli, alleati dei Cartaginesi, a Talamone (presso Pisa).
222 a.C.
Mediolanum (Milano) si arrende ai Romani. Il Console Marco Claudio Marcello sottomette i Galli Insubri.
221 a.C.
Asdrubale
Maior, genero di Amilcare Barca, viene ucciso. L’esercito cartaginese sceglie a succedergli il giovane Annibale.
219 a.C.
Assedio di Sagunto (costa occidentale spagnola). “
Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur!” Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata! scrisse Tito Livio, nelle sue “Historiae”.
218 a.C.
Roma dichiara nuovamente guerra a Cartagine. Publio Cornelio (padre dell’Africano) ed il fratello Gneo Scipione vincono in Spagna, ma Publio Cornelio è poi sconfitto presso il Ticino, così come Tiberio Sempronio Longo nella battaglia del Trebbia (fra Genova e Piacenza).
217 a.C.
Annibale massacra il Console Caio Flaminio Nepote ed il suo esercito al lago Trasimeno.
216 a.C.
Vittoria di Annibale a Canne: una delle più terribili sconfitte subite dai Romani. Il Console Lucio Emilio Paolo rifiuta di fuggire, e muore assieme a decine migliaia di soldati di Roma.
212 a.C.
Marco Claudio Marcello espugna Siracusa. Capua è riconquistata.
211 a.C.
Publio ed il fratello maggiore Gneo Cornelio Scipione periscono in Spagna.
210 a.C.
Publio Cornelio Scipione figlio, a soli 24 anni, è nominato Proconsole in Spagna.
209 a.C.
Scipione espugna Cartagena. Quinto Fabio Massimo
Cunctator (il Temporeggiatore) riprende Taranto.
208 a.C.
Scipione sconfigge Asdrubale, il fratello minore di Annibale, a Becula, in Spagna.
207 a.C.
Scipione batte nuovamente Asdrubale e Magone (il fratello più giovane di Annibale) ad Ilipa (Spagna sud occidentale). I Consoli Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone sbaragliano i Cartaginesi e uccidono Asdrubale al Metauro (nelle Marche). Nerone ordinerà che la testa di Asdrubale sia tagliata e lanciata nel campo di Annibale.
205 a.C.
Romani e Macedoni stipulano la pace.
204 a.C.
Il Console Publio Cornelio Scipione sbarca in Africa.
203 a.C.
Vittoria romana sui Cartaginesi e su Siface, re della Numidia, alleato dei Cartaginesi. Scipione vince ai Campi Magni, nell’attuale Tunisia.
202 a.C.
Scipione sbaraglia definitivamente Annibale presso Zama, vendicando così il disastro di Canne, grazie anche all’appoggio militare di Massinissa, nuovo re della Numidia, e ai suoi leggendari squadroni di cavalleria.
201 a.C.
Fine della Seconda Guerra Punica.
200 a.C.
Seconda Guerra Macedonica.
197 a.C.
Il Console Tito Quinzio Flaminino sconfigge Filippo V il Macedone a Cinocefale, in Tessaglia.
196 a.C.
Tito Quinzio proclama la libertà della Grecia dalla influenza macedone. - La Spagna Ulteriore e Citeriore vengono dichiarate
Provincae.
191 a.C.
Alle Termopili, vittoria romana sulla
falange seleucide di Antioco III di Siria.
190 a.C.
Lucio Cornelio Scipione, fratello dell’Africano (malato e impossibilitato a guidare le truppe romane), vince a Magnesia (nell’attuale Turchia nord occidentale) su Antioco III. L’Asia Minore e l’Egeo finiscono sotto il controllo di Roma.
183 a.C.
Amareggiato dalle accuse di corruzione portate a lui e al fratello dal “conservatore” Marco Porcio Catone il Censore, e dopo essersi ritirato da qualche anno a vita privata, Publio Cornelio Scipione l’Africano – il distruttore dei Cartaginesi – muore a 52 anni. In questo stesso anno, il suo acerrimo rivale Annibale si toglie la vita.
171 a.C.
Terza Guerra Macedonica
168 a.C.
Il Console Lucio Emilio Paolo vince il fratricida Perseo, Re di Macedonia, a Pidna (ad ovest della Penisola Calcidica, in Grecia).
149 a.C.
Inizio della Terza Guerra Punica.
148 a.C.
Vittoria romana su Andrisco, lo Pseudofilippo, e la Macedonia diviene
Provincia.
146 a.C.
Cartagine è finalmente distrutta, proprio come voleva Marco Porcio Catone il Censore (
Carthago delenda est! Cartagine deve essere distrutta! così egli concludeva ogni suo intervento al Senato, qualsiasi fosse l’argomento trattato), morto poco prima. – Il Console Lucio Memmio distrugge Corinto, e tutte le Leghe greche sono sciolte. - L’Africa è Provincia.
133 a.C.
Scipione Emiliano, figlio di Lucio Emilio Paolo Macedonico, dopo un assedio di un anno, espugna e rade al suolo Numanzia, in Spagna. – Attalo III, Re di Pergamo (nell’attuale Turchia) lascia i suoi possedimenti ai Romani. Il Senato rifiuterà di dividerne i beni fra la plebe agricola, come proposto dal Tribuno Tiberio Sempronio Gracco, nipote di Scipione l’Africano. -
Approvazione della Legge Agraria di Tiberio Gracco. Il tribuno, durante disordini al Campidoglio, viene ucciso a bastonate dai sodali dei latifondisti, assieme ad alcune centinaia di seguaci.
129 a.C.
Il Console Gaio Sempronio Tuditano vince la Guerra Istrica, e Roma si annette anche la zona a nord dell’Illiria. Viene fondata Aquileia. – Muore Scipione Emiliano.
128 a.C.
L’Asia è dichiarata
Provincia.
124 a.C.
Tribunato di Gaio Gracco, fratello di Tiberio, che persegue gli stessi ideali democratici.
121 a.C.
Dopo aver proposto anche la concessione della cittadinanza romana ai Latini e di quella Latina agli Italici, Gaio Gracco viene travolto dall’opposizione di tutti gli strati sociali romani. A seguito di gravi tumulti, sceglierà di farsi uccidere da un servo.
120 a.C.
E’ conquistata la Gallia Narbonense (l’attuale Provenza francese) che diviene
Provincia Romana.
113 a.C.
I Cimbri e Teutoni (originari i primi dall’attuale Danimarca ed i secondi dalle odierne Bassa Sassonia e Pommerania), sconfiggono gli eserciti dei Consoli Gneo Papirio Carbone e Marco Giulio Silano e attraversano le Alpi Carniche e Giulie.
111 a.C.
Inizia la guerra contro Giugurta, usurpatore del trono della Numidia (il nord ovest dell’attuale Algeria).
109 a.C.
Il comando della guerra in Africa è affidato all’aristocratico Quinto Cecilio Metello, che sconfigge ma non detronizza Giugurta.
107 a.C.
Primo Consolato dell’arpinate e
homo novo Caio Mario, rappresentante dei populares, che assume il comando della Guerra Giugurtina. Si occupa anche della riforma del reclutamento (anche i capite censi - o proletari - potranno arruolarsi), dell’armamento e della tattica militare.
106 a.C.
Nasce Marco Tullio Cicerone, anch’egli d’Arpino (nell’attuale Frusinate).
105 a.C.
Caio Mario, con l’aiuto del giovane questore Lucio Cornelio Silla, detronizza e fa catturare Giugurta, che verrà giustiziato nel Carcere Mamertino. – I Cimbri sconfiggono presso Arausio (l’attuale Orange, in Provenza) l'esercito romano comandato dal Console Gneo Mallio Massimo, un
homo novus, e dal Proconsole per la Gallia Quinto Servilio Cepione, un aristocratico, i quali si ostacolano a vicenda. L’arrogante ottimate Cepione sarebbe stata la causa di questa terribile sconfitta. A lui viene anche attribuito il furto del favoloso e maledetto Aurum Tolosanum (l’Oro di Tolosa), frutto del sacco del Santuario di Apollo a Delfi da parte dei Volci Tectosagi del Danubio. Tutto questo causerà la rovina per lui e la sua aristocratica famiglia.
104 a.C.
Secondo Consolato di Caio Mario.
103 a.C.
Terzo Consolato di Caio Mario. – Primo Tribunato della Plebe di Lucio Apuleio Saturnino.
102 a.C.
Quarto Consolato di Caio Mario, che sconfigge i Teutoni ad Aquae Sextiae (l’attuale Aix-en-Provence, Francia sud orientale).
101 a.C.
Quinto Consolato di Caio Mario, che sconfigge i Cimbri ai Campi Raudii (nei pressi dell’attuale Vercelli).
100 a.C.
Sesto Consolato di Mario. – Secondo Tribunato di Saturnino. - Nasce Caio Giulio Cesare, nipote acquisito di Caio Mario, che aveva sposato una sorella del padre.
96 a.C.
Compaiono le maschere “espressive” in teatro.
91 a.C.
Il nobile Marco Livio Druso è Tribuno della Plebe della Repubblica Romana; riesce a garantirsi il sostegno di molti membri del Senato romano, ma - come Gaio Gracco - verrà assassinato quando proporrà di estendere la Cittadinanza Romana a tutti gli Italici.
90 a.C.
Inizia la Guerra Sociale: conflitto con Roma scatenato dagli Italici, delusi dalla mancata concessione della Cittadinanza Romana, e relativi diritti.
89 a.C.
Mario e Silla vincono il Guerra Sociale, ma alla fine - con la
Lex Plautia Papiria - viene concesso il diritto di Cittadinanza Romana a tutti gli Italici a sud del Po.
88 a.C.
Primo Consolato di Lucio Cornelio Silla, che assume il comando della guerra contro l’espansionista Mitridate, Re del Ponto. – Il Tribuno della Plebe Publio Rutilio Rufo con una legge trasferisce il comando della guerra da Silla a Mario. Inizia la Guerra Civile. Mario è bandito da Silla.
87 a.C.
Silla parte per la Guerra Mitridatica. – Dopo sanguinosissimi disordini in Roma, Caio Mario - giunto in aiuto del Console Lucio Cornelio Cinna, cacciato dal suo collega “sillano” Gneo Ottavio - occupa la città, scatenando il terrore con le sue rappresaglie.
86 a.C.
Settimo Consolato di Mario e sua morte, per le conseguenze di un ictus. Secondo Consolato di Cinna. – Silla vince Mitridate a Cheronea e ad Orcomeno (Grecia).
85 a.C.
Terzo Consolato di Cinna .
84 a.C.
Quarto Consolato di Cinna, Verrà ucciso dalle proprie truppe, che si rifiutarono di avversare Silla al suo ritorno in patria.
83 a.C.
Silla ritorna in Italia, con l’appoggio del giovane generale Gneo Pompeo Magno, futuro triumviro. Il generale mariano Quinto Sertorio ripara in Spagna, ed inizia una sua personale gestione di quelle zone e della Mauritania. – Riprende la Guerra Civile.
82 a.C.
Silla vince i Mariani a Porta Collina, grazie anche all’aiuto del ricchissimo Marco Licinio Crasso, altro futuro triumviro. Inizia la Dittatura di Silla. Liste di Proscrizione. Regime del Terrore.
79 a.C.
Lucio Cornelio Silla abdica spontaneamente, e si ritira a una vita privata fatta di eccessi e stravizi.
78 a.C.
Quinto Sertorio sconfigge il sillano Quinto Cecilio Metello Pio. – Silla muore di tumore. – Contrasti tra i Consoli Marco Emilio Lepido (
popularis) ed il sillano Quinto Lutazio Catulo (optimatis).
77 a.C.
Catulo sconfigge Lepido al Ponte Milvio. Questi fugge in Sardegna, dove muore. – Cicerone ritorna dall’Oriente, dov’era fuggito per timore di Silla.
76 a.C.
Gneo Pompeo Magno è in Spagna contro Sertorio.
74 a.C.
Mitridate si allea con Tigrane II, sovrano d’Armenia. I Consoli Lucio Licinio Lucullo e Marco Aurelio Cotta sono inviati dal Senato contro Mitridate. L’inetto Cotta viene sconfitto, ma, successivamente, Lucullo avrà la meglio su Mitridate, prima ad Artaxata (in Armenia), e poi a Cizico (sul Mar di Marmara). Sertorio consolida il suo personale potere in Spagna.
73 a.C.
Nasce a Capua la rivolta capitanata Spartaco, legionario d’origine campana condannato alla schiavitù per insubordinazione e poi divenuto gladiatore.
72 a.C.
Sertorio viene ucciso a tradimento durante un banchetto, dopo che Pompeo e Cecilio Metello, incapaci di sconfiggerlo sul campo, avevano messo una taglia sulla sua testa. – Spartaco tiene in scacco Roma. Marco Licinio Crasso viene inviato a contrastarlo.
71 a.C.
Crasso sconfigge Spartaco e fa crocifiggere tutti i superstiti del suo esercito, lungo la via Appia da Capua a Roma.
70 a.C.
Primo Consolato di Pompeo e Crasso. – Cicerone sostiene l’accusa e fa condannare Gaio Licinio Verre, il Propretore della Sicilia, colpevole di efferate ruberie e concussioni. – La piaga della pirateria nel Mediterraneo diventa insostenibile.
69 a.C.
Pompeo sconfigge definitivamente Re Tigrane d’Armenia.
67 a.C.
Lex Gabinia: a Pompeo viene affidato il comando della guerra contro i pirati, dove si distinguerà il legato Marco Terenzio Varrone, storico ed erudito.
66 a.C.
Lex Manilia: a Pompeo viene affidato il comando di una nuova guerra contro Mitridate.
64 a.C.
Pompeo sconfigge Mitridate e conquista la Siria. Il Ponto e la Bitinia (nell’attuale Turchia) sono eretti a
Provinciae romane.
63 a.C.
Mitridate si dà la morte. – Congiura di Lucio Sergio Catilina. – Marco Tullio Cicerone è Console. – Gaio Giulio Cesare diviene
Pontifex Maximus. – La Siria è Provincia. - Nasce Ottaviano Augusto. – Cicerone pronuncia le “Catilinarie”.
62 a.C.
Sconfitta e morte di Catilina. – Ritorno di Pompeo dall’Oriente. – Cesare è Pretore.
61 a.C.
Dopo quello per le vittorie in Sicilia contro i seguaci di Caio Mario, e quello per le vittorie in Spagna contri i superstiti dell’esercito di Sertorio, Pompeo ottiene il suo terzo Trionfo grazie alla sua vittoria su Mitridate e per aver portato i confini repubblicani fino all'Eufrate. – Cesare è Propretore in Spagna.
60 a.C.
Primo Triumvirato di Cesare, Pompeo e Crasso.
59 a.C.
Primo Consolato di Cesare. –
Lex Vatinia: il Senato conferisce a Cesare il comando della Provincia della Gallia Cisalpina per cinque anni. Prima di partire, Cesare dà in moglie a Pompeo la giovane figlia Giulia.
58 a.C.
Cesare inizia la conquista la Gallia. – Pompeo erige il primo teatro in muratura di Roma. – Cicerone, avversario di Cesare, è condannato all’esilio per aver consentito la morte senza processo dei seguaci di Catilina. – Cesare sconfigge gli Elvezi.
57 a.C.
Pompeo consente il ritorno di Cicerone dall’esilio. – Cesare sconfigge i Belgi.
55 a.C.
Secondo Consolato di Pompeo e Crasso. – Il Comando di Cesare in Gallia viene prorogato. – Prima spedizione di Cesare contro i Britanni.
54 a.C.
Crasso è Proconsole in Siria, da dove dà inizio ad una spedizione contro i Parti, il cui Impero si stendeva fra le attuali Turchia, Arabia, Persia, e Pakistan. – Seconda spedizione di Cesare contro i Britanni. – Giulia, la figlia di Cesare, muore di parto assieme al figlio.
53 a.C.
Crasso è sconfitto gravemente dai Parti a Carre (ai confini fra le attuali Turchia e Siria), dove perde la vita con suo figlio e molte migliaia di legionari romani.
52 a.C.
Vercingetorige, Re dei Galli Arverni, insorge. Cesare lo assedia nella città di Alesia (nell’attuale Francia centrale) e lo sconfigge. Vercingetorige verrà portato a Roma, dove viene trascinato nel
Triumphus di Cesare e, quindi, giustiziato. – Pompeo è console senza Collega.
51 a.C.
Gli
Optimates in Senato, appoggiati da Pompeo, tentano di privare Cesare del comando delle Gallie. – La Gallia è Provincia.
49 a.C.
Cesare passa il Rubicone. Inizia la Guerra Civile contro Pompeo, che finirà – nonostante una prima vittoria a Durazzo (nell’attuale Albania) – con la sconfitta di quest’ultimo a Fàrsalo. Pompeo fugge in Egitto, dove viene tradito, però, dal Faraone Tolomeo XIII che lo uccide per poi consegnarne la testa a Cesare. Cesare è
Dictator.
46 a.C.
La Numidia è
Provincia.
45 a.C.
Cesare modifica il Calendario.
44 a.C.
Cesare viene ucciso alle Idi di Marzo (15 Marzo). – Spunta la stella di Gaio Giulio Cesare Ottaviano, pronipote di Cesare, poi adottato da questi come figlio.
43 a.C.
Si costituisce il “Secondo Triumvirato”, fra Cesare Ottaviano, Marco Emilio Lepido e Marco Antonio: a quest’ultimo sarebbe spettato il Proconsolato nella Gallia Cisalpina e Comata, a Lepido nella Gallia Narbonense e nell'Africa, ad Ottaviano nelle Spagne, la Sicilia, la Sardegna e la Corsica. – Cicerone, da sempre avversario di Marco Antonio, contro cui aveva pronunciato le “Filippiche” viene ucciso su suo ordine.
42 a.C. I “cesaricidi” vengono sconfitti da Marco Antonio a Filippi (fra la Tracia e la Macedonia, vicino alle coste del Mar Egeo). Cassio, prima, e Bruto, poi, si tolgono la vita. Il contributo di Ottaviano è irrilevante: infatti, all’attacco delle truppe di Bruto al suo accampamento, il ventenne rampollo del Divo Giulio si nascose nelle paludi vicine al campo di battaglia.
40 a.C.
Dopo dissapori e incomprensioni, il Triumvirato si ricompone, anche con il matrimonio fra Marco Antonio ed Ottavia, la sorella di Ottaviano. Alla fine, ad Antonio spetterà l'Oriente, a Lepido l'Africa, ad Ottaviano l'Occidente. Verrà conclusa anche la pace con Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno, generale ed ammiraglio anti-cesariano che dominava con la sua flotta le acque circostanti la Sicilia.
39 a.C.
Ottaviano divorzia da Scribonia, che aveva sposato giovanissimo, per impalmare Livia Drusilla, già madre di Tiberio Claudio Nerone.
36 a.C.
La pace non durerà a lungo. Dopo due sconfitte subite da Ottaviano, Marco Vipsanio Agrippa, il suo generale più capace, sconfigge Sesto Pompeo nella battaglia navale di Nauloco (Sicilia). Il figlio di Pompeo Magno verrà giustiziato senza processo da un subordinato di Marco Antonio. – Lepido viene estromesso dal Triumvirato. – Ottaviano non rispetta alcuni accordi di mutuo scambio militare e Marco Antonio si ribella in Egitto.
31 a.C.
Vittoria di Ottaviano su Antonio e Cleopatra nella battaglia navale di Azio (alle bocche del Golfo di Arta, sulla costa occidentale della Grecia).
30 a.C.
Ottaviano invade l’Egitto. Antonio e Cleopatra si tolgono la vita. L’Egitto è
Provincia romana.
27 a.C.
Il Senato conferisce ad Ottaviano il titolo di
Augustus, grazie al quale diverrà Pontifex Maximus, ma soprattutto eserciterà un potere proconsolare sui territori romani “non pacificati” con il comando di tutti gli eserciti: ha inizio l’Impero. Mutano anche le istituzioni romane.


Nasce Gesù.

14 d.C.
Dopo aver portato i domini di Roma a grandissima espansione e garantito lunghi periodi di pace e prosperità, Ottaviano muore a Nola (Campania). Aveva già designato suo successore il figliastro Tiberio.
16 d.C.
Claudio Druso Germanico, figlio del fratello minore di Tiberio, sconfigge Arminio, il condottiero dei Germani Cherusci. Questi, sette anni prima, aveva distrutto ben tre Legioni romane nella Selva di Teutoburgo, in Germania.
19 d.C.
Druso Germanico, erede designato al trono di Tiberio, muore ad Antiochia (nella Turchia odierna, sulla Baia di Iskenderun, ai confini con la Siria) di un’inspiegabile malattia, convinto di essere stato avvelenato. Il più brillante generale dopo Giulio Cesare aveva solo 34 anni.
37 d.C.
Tiberio muore a Miseno, nella villa di Lucullo. Caio Caligola, figlio di Claudio Druso
Germanico, viene acclamato Imperatore.
41 d.C.
Stanchi dei suoi eccessi, i Pretoriani tendono un agguato a Caligola e lo uccidono. Il nuovo Imperatore sarà il non più giovane Claudio, fratello di Germanico, dai più ritenuto un po’ tardo ed inadatto a qualsiasi incarico politico e militare. Ma egli smentirà tutti.
43 d.C.
Claudio inizia la conquista della Britannia.
48 d.C.
All’ennesimo tradimento, Claudio mette a morte la moglie Messalina, da cui aveva avuto due figli: Britannico e Ottavia. Sposerà poi Agrippina Minore, figlia di Germanico, quindi sorella di Caligola ma, anche, propria nipote. Essa aveva già un figlio, Lucio Domizio Enobarbo Nerone.
53 d.C.
Nerone sposa Ottavia, figlia di Claudio e di Messalina.
54 d.C.
Claudio muore avvelenato da un piatto di funghi. Molti incolperanno Agrippina, preoccupata che il figlio naturale dell’Imperatore, Britannico, potesse essere scelto come erede al trono in luogo di Nerone. E proprio quest’ultimo è acclamato Imperatore dai Pretoriani.
64 d.C.
Roma, sovente vittima d’incendi, ne subisce uno devastante. Prime persecuzioni dei Cristiani, accusati di averlo causato.
66 d.C.
Nerone visita la Grecia: invaghitosi delle arti che ivi allignavano, la affranca dalla sottomissione a Roma, suscitando il malcontento delle altre Province dell'Impero.
68 d.C.
Le legioni di Gallia e Spagna, guidate dal Propretore Gaio Giulio Vindice e dall’anziano Senatore Servio Sulpicio Galba, Governatore della
Hispania Tarraconensis, si ribellano all'Imperatore, costringendolo alla fuga. Dichiarato Nemico Pubblico dal Senato, Nerone si suicida. Galba marcia su Roma con il suo esercito: il Senato, i Pretoriani e la folla lo acclamano Imperatore.
69 d.C.
“Anno dei Quattro Imperatori”: il Senatore Servio Sulpicio Galba, il Governatore della Provincia spagnola della Lusitania Marco Salvio Otone, il Generale delle legioni del Reno Aulo Vitellio Germanico e il Generale delle legioni d’Oriente Tito Flavio Vespasiano. Alla fine, prevarrà quest’ultimo. Sessantenne e di origini contadine, Vespasiano sarà l'Imperatore del riordino dei conti pubblici, della tassa sull'ammoniaca per sbiancare i tessuti ricavata dall’urina, della Diaspora degli Ebrei, dell’Anfiteatro Flavio, poi detto Colosseo, e di altre grandi opere pubbliche. Inizia la concreta e pragmatica dinastia Flavia dopo la stravaganza dionisiaca e dissipatrice della famiglia Claudia: sarà l’ultimo periodo di stabilità e vera grandezza dell'Impero.
70 d.C.
Tito, figlio maggiore dell’Imperatore (il minore è Domiziano), vince la Guerra Giudaica, saccheggiando Gerusalemme e sterminandone gli abitanti. Esasperato dalla pervicace resistenza degli Ebrei, rade anche al suolo il Tempio di Salomone. Saranno molte centinaia di migliaia i morti fra la popolazione ebraica, i cui superstiti verranno deportati o scacciati. Inizia la Diaspora.
79 d.C.
Vespasiano muore: gli succede il figlio Tito. Nonostante la spietata ferocia dimostrata nel reprimere la rivolta giudaica, sarà un Imperatore mite e temperante. Continuerà l’opera di sviluppo urbano dell’Urbe iniziata dal padre, e, quando il Vesuvio erutterà distruggendo Ercolano, Pompei e Stabia, egli soccorrerà le popolazioni con fondi propri, visitando per due volte i luoghi disastrati. Quando, un anno dopo, un altro rovinoso incendio devasterà Roma, Tito si prodigherà per aiutare i Romani colpiti. L’Anfiteatro Flavio viene completato: sarà inaugurato con cento giorni di giochi.
81 d.C.
Dopo appena due anni di regno, Tito muore di febbri all’età di quarantadue anni. Immediatamente, è proclamato Imperatore il fratello Domiziano: ha solo trent’anni. Chiuso e schivo, sarà generoso verso il popolo e l’esercito, ma avverserà il Senato e gli aristocratici, e punterà all’eliminazione fisica dei rivali ed all’assolutismo, attribuendosi il titolo di
Dominus et Deus. Perseguiterà cristiani e filosofi. Dal punto di vista militare, consolida i confini in Germania, Dacia (le attuali Romania e Moldavia) - sviluppando le sconfinate fortificazioni a difesa degli Agri Decumates - e Britannia.
96 d.C.
Domiziano viene ucciso in una congiura, il Senato lo consegna alla
Damnatio Memoriae e proclama Imperatore l’anziano Senatore Marco Cocceio Nerva. Sarà l’ultimo Imperatore italico. Durante il suo breve regno, affinché i Senatori si sentano nuovamente fonte dello Stato, legifera che l'Imperatore decida, prima della sua morte, il suo successore all'interno del Senato. Vecchio e malato, adotta l’ispanico Marco Ulpio Traiano, già Console e Generale della Germania Superiore.
98 d.C.
Alla morte di Nerva, il suo naturale successore è Traiano: schietto e modesto nei modi, sarà giusto e onesto, oltre che prodigo nei donativi, e perciò molto amato dal popolo di Roma. Con lui l’Impero raggiungerà la massima espansione ed un enorme sviluppo dal punto di vista urbanistico, viario ed architettonico. Ma rimarrà soprattutto un soldato: conquista la Dacia e si annette anche il Regno dei Nabatei, inglobandolo della Provincia di Giudea. Collegandosi, così, le province siriaca e egizia, tutto il Mare Internum (attuale Mediterraneo) è bagnato dalla potenza di Roma, tale da poter essere ben chiamato, da allora,
Mare Nostrum.
113 d.C.
Inizia la campagna contro i Parti (nell’attuale Iran), che si ferma sulle rive del fiume Tigri.
117 d.C.
Traiano muore a Selinunte di Cilicia (nell’attuale Turchia meridionale) a causa di una malattia contratta durante la campagna partica. In punto di morte, adotta Publio Elio Adriano, figlio di un parente e Governatore della Siria, che diverrà Imperatore. - Ispanico anch’egli, Adriano sarà frugale e riservato come il suo predecessore, ma amerà moltissimo le arti e la bellezza. Abbandona subito le terre partiche, giudicate indifendibili, e si dedica al consolidamento dei
limites (il famoso Vallo in Britannia e le fortificazioni sul Danubio), alla riforma delle strutture militari e della pubblica amministrazione. Visiterà anche gran parte dell’Impero, viaggiando instancabilmente.
132 d.C.
Gli Ebrei insorgono ancora, infliggendo numerose perdite ai Romani. Adriano schiaccerà la rivolta ancor più ferocemente di Tito, uccidendo altre centinaia di migliaia di abitanti della Giudea, devastando decine di città e proponendosi di eliminare l’Ebraismo.
138 d.C.
Tormentato dall’idropisia, Adriano adotta Tito Aurelio Fulvio Antonino, Proconsole d’Asia, che a sua volta - in accordo col suo mentore - adotterà il nipote Marco Annio Vero, col nome Marco Aurelio Valerio, e Lucio Ceionio Commodo Vero. Dopo pochi mesi, Adriano muore. - Antonino proseguirà la “buona” politica dei suoi predecessori. Costruirà in Britannia il Vallo di Antonino, 160 km a nord di quello di Adriano, e sopprimerà sommosse in Africa e in Dacia. Rafforzerà l’esercito nei vari luoghi dell’Impero con la presenza di truppe ausiliarie locali.
161 d.C.
Antonino muore serenamente, a tarda età e lasciando l’Impero ad un altissimo livello di pace e prosperità. Gli subentra Marco Aurelio che si associa il fratellastro Lucio Vero. - Tutti, però, ricorderanno soprattutto l’Imperatore “filosofo” e dalla cultura sofisticata, che sarà rispettoso del Senato ed attento nei confronti del Popolo romano, e perfino degli schiavi. Grande stratega, affiderà al collega Lucio Vero la difesa dei
limites orientali dagli attacchi dei Parti, che verranno sconfitti. Marco Aurelio si occuperà, invece, personalmente di respingere con successo i Germani. Verso la fine di questa campagna, vorrà con se il fratellastro che, però, nel 169, morrà di un attacco cardiaco.
175 d.C.
Marco Aurelio sconfigge duramente i Marcomanni, ma la precarietà dei confini lo tratterrà sulle frontiere della Germania e della Pannonia (fra le attuali Dalmazia ed Ungheria).
180 d.C.
Il grande Marco Aurelio muore di peste a Vindobona (l’attuale Vienna), dopo quasi vent’anni di potere equilibrato e sapiente. Aveva già designato a succedergli suo figlio naturale Lucio Elio Aurelio Commodo, che, però, si rivelerà di tutt’altro stampo: crudele e depravato, penserà soprattutto ai giochi gladiatorii, nei quali amava cimentarsi personalmente. Concluderà una pace sfavorevole con i Germani, guerreggiando poi ancora con loro senza costrutto. Stanchi delle sue follie, i Senatori ordiscono un complotto che porterà al suo strangolamento da parte del Maestro dei Gladiatori Narcisso, con cui era solito allenarsi.
193 d.C.
Infuria l’anarchia militare. Ne sortirà il generale libico Lucio Settimio Severo, al motto di "Per essere Imperatori, pagate sempre i soldati e non preoccupatevi del resto.
197 d.C.
L’Imperatore Settimio Severo sconfigge i Parti, conquistando la nuova Provincia di Mesopotamia. Nomina, quindi, propri successori i figli Publio Settimo Geta e Lucio Settimio Bassiano, detto in seguito Caracalla.
211 d.C.
Dopo aver dedicato gli ultimi anni al consolidamento della Provincia britanna, Settimio Severo morirà ad Eboracum (l’attuale York). Gli succede Caracalla che, immediatamente, fa sopprimere il fratello Geta, dando inizio ad un regime dispotico. Rinforzerà il
Limes Germanicus, conseguendo vittorie su Alamanni, Quadi e Daci.
217 d.C.
Caracalla viene ucciso da un ufficiale della Guardia Imperiale.
218 d.C.
A seguito di complicate trame familiari, viene nominato Imperatore - sotto l’influenza della madre - il quattordicenne Sesto Vario Avito Bassiano: siriaco d’origine, era Alto Sacerdote del Dio Sole: da qui, il più noto nome Eliogabalo. Cercherà di sostituire al culto di Giove quello di
Sol Invictus, alienandosi presto le simpatie del Senato e del popolo. Ciò porterà all’assassinio suo e della madre per mano della Guardia Pretoriana, che insedierà sul trono il cugino tredicenne Marco Aurelio Alessandro Severo, anch’egli sotto tutela della madre. Alessandro Severo si affiancherà il giurista Eneo Domizio Ulpiano: scelta che non piacerà ai militari. Affronterà i Parti Sassanidi e gli Alamanni, con alterna fortuna. Proprio sul fronte germanico, sarà fatto assassinare con la madre dal Generale delle truppe in Pannonia, Massimino, originario della Tracia (le attuali Bulgaria meridionale, Grecia settentrionale e Turchia europea).
235 d.C.
Massimino il Trace è Imperatore: primo “barbaro” a raggiungere la porpora imperiale, essendo nato senza la Cittadinanza Romana; primo Imperatore che non vedrà mai Roma, spendendo tutto il suo regno in campagne militari; primo “Imperatore-Soldato” del III secolo.
238 d.C.
Effimera e frammentaria affermazione degli usurpatori Gordiano I, Gordiano II, Marco Clodio Pupieno e Decimo Celio Balbino, affrontando la quale Massimino verrà assassinato mentre assedia Aquileia. Avrà la meglio, infine, il giovanissimo nipote dei due Gordiani, Gordiano III.
244 d.C.
Durante una campagna contro i Parti, dopo una sconfitta, Gordiano muore. E’ nominato Imperatore il Prefetto del Pretorio Marco Giulio Filippo, detto l’Arabo.
248 d.C.
Celebrazione del Primo Millenario dell’Urbe.
249 d.C.
Il Governatore della Mesia (le attuali Serbia meridionale e Bulgaria settentrionale) Gaio Messio Quinto Decio, nominato Imperatore dalle proprie legioni, marcia verso l’Italia e sconfigge Filippo a Verona.
251 d.C.
Decio viene sconfitto ed ucciso dai Goti nella battaglia di Abrittus (fra il Danubio ed il Mar Nero). L’esercito sceglierà Gaio Vibio Treboniano Gallo, anch’egli Governatore della Mesia, che si associa il figlio Volusiano.
253 d.C.
Dopo alcune sconfitte subite dai due Imperatori ad opera di Goti e Parti Sassanidi, il Governatore della Mesia Superiore, Marco Emilio Emiliano affronta i Goti sul basso Danubio, sbaragliandoli: l'esercito lo acclama Imperatore. Calato in Italia, sconfiggerà e ucciderà Treboniano e Volusiano; verrà però soppresso dai suoi stessi soldati passati a sostenere il comandante delle truppe renane Publio Licinio Valeriano, e con lui il figlio Gallieno. L’Imperatore Valeriano lascia al figlio l’Occidente, e affronta i Parti; fatto prigioniero a tradimento dal monarca sassanide Sapore, perderà la vita durante la prigionia.
259 d.C.
Inizia così il regno solitario di Gallieno. Sorveglia i confini occidentali e affida all’arabo Settimio Odenato la lotta ai Parti, che questi sconfigge. Odenato costituirà poi il cosiddetto Regno di Palmira (dalla Turchia all’Arabia del Nord di oggi).
268 d.C.
A Mediolanum, Gallieno viene ucciso durante l’ennesima congiura militare. Gli succede il Tribuno Claudio II il Gotico, il quale morrà di peste, due anni dopo, a Sirmio (nell’attuale Serbia), mentre si preparava ad affrontare nuovamente i Goti, che aveva già sconfitto.
270 d.C.
Subentra al potere Lucio Domizio Aureliano, generale nativo della Pannonia e braccio destro di Claudio II. Ricomporrà l'Impero (le Gallie, Palmira, le terre sul Danubio, ma rinuncerà alla Dacia) che rischiava di frantumarsi; eleverà una cinta muraria attorno a Roma (le Mura Aureliane); riuscirà, infine, ad invertire la forte svalutazione monetaria. Nemico della corruzione, sarà assassinato da un suo segretario disonesto - che temeva d’essere stato scoperto - a Bisanzio (l’attuale Istanbul), mentre preparava una spedizione contro i Parti.
276 d.C.
Il Generale Probo, poi Marco Aurelio Probo, è proclamato Imperatore. Per abbassare le spese dell’Erario, ordinerà alle legioni anche lavori in agricoltura e nelle opere pubbliche. Mal gliene incoglierà: le milizie della Pannonia, costrette ad un'opera di bonifica palustre, approfittando della presenza dell’Imperatore in quelle zone, si uniscono alla rivolta delle truppe della Rezia (fra le attuali Svizzera e Baviera), capitanate dal Generale gallo Marco Aurelio Caro, ed eliminano Probo.
282 d.C.
Marco Aurelio Caro è Imperatore, ma muore un anno dopo in circostanze poco chiare.
284 d.C.
Sale al potere il
Magister Equitum Diocle, con il nome di Gaio Aurelio Valerio Diocleziano, che rivoluzionerà l’assetto politico ed amministrativo dell’Impero Romano. Nomina, infatti, Augusto il proprio commilitone Massimiano, quale co-Imperatore, designando poi Cesari (vice-Imperatori) i due Generali Galerio e Costanzo, e dando così vita alla “Tetrarchia”, (Governo dei Quattro): ciascun Augusto avrebbe retto metà dell'Impero, delegando a sua volta il governo di metà del proprio territorio al rispettivo Cesare, che gli sarebbe succeduto dopo venti anni di regno. Diocleziano separa l'Amministrazione Civile da quella Militare e riorganizza l’Impero in quattro Prefetture, composte da tredici Diocesi, a loro volta composte da cento Province, decentrando il potere rispetto all'antica capitale, Roma. Renderà più sicure le frontiere, sconfiggendo Sarmati ed Alamanni al nord, Saraceni e Mauri al sud e, nuovamente, i Parti Sassanidi ad oriente. E’ sua anche una vasta e sanguinosa persecuzione dei Cristiani.
305 d.C.
Diocleziano abdica, costringendo a seguirlo anche il recalcitrante Massimiano, e si ritira a Spalato. – Come nei patti, Flavio Valerio Costanzo (detto Cloro per il colorito cereo) è Augusto d’Occidente e Gaio Galerio d’Oriente. Nomineranno Cesari Flavio Severo e Massimino Daia.
306 d.C.
Ma quando Costanzo Cloro muore ad Eboracum, le legioni britanne acclamano Imperatore suo figlio, con il nome di Flavio Valerio Aurelio Costantino. A questo punto, anche Massenzio, il figlio di Massimiano - in precedenza, come Costantino, escluso dalla successione - si fa proclamare Augusto dai Pretoriani, a Roma. Dopo aver combattuto i Franchi e gli Alamanni, dalla Gallia Costantino valica le Alpi, conquista Augusta Taurinorum, Mediolanum, Verona.
312 d.C.
Finalmente, Costantino entra in Roma, dove, nella battaglia del Ponte Milvio sconfigge Massenzio che perirà, fuggendo. Riconosciuto Augusto dal Senato, il nuovo Imperatore scioglierà il corpo dei Pretoriani. Un anno dopo, a Mediolanum, emanerà il decreto sulla libertà di culto.
324 d.C.
Nella complicata selva di Cesari ed Augusti (ad un certo punto, vi saranno ben sei Augusti!), fra successioni, usurpazioni, assassinii e sconfitte in battaglia, a tener testa a Costantino rimane il collega Augusto Valerio Liciniano Licinio; alla fine, però, Costantino lo sconfiggerà a Crisopoli (sulle rive asiatiche dello Stretto del Bosforo). L’Impero ha nuovamente un solo monarca.
326 d.C.
L’Imperatore inizia il trasferimento della capitale dell’Impero a Bisanzio, dandole il nome di Costantinopoli. Qui, darà vita ad una nuova nobiltà di corte, con “ministri” e consiglieri (dove grande influenza avranno gli eunuchi), estendendone e organizzandone rapidamente la gerarchia. Riforma anche l’esercito, dividendolo fra comitatense (di pertinenza dell’Imperatore) e limitaneo (a difesa dei confini, e di competenza dei vari Generali).
337 d.C.
In viaggio per affrontare Sapore II dei Parti, Costantino muore presso Nicomedia (Turchia del nord, sul Mar di Marmara). Gli succedono i suoi tre figli: Costantino II, Costante e Costanzo II.
353 d.C.
Dopo anni di turbolenti rapporti con i fratelli (ambedue periti di morte violenta), Costanzo II sconfigge l’usurpatore Magnenzio, generale d’origine franca, e riunisce il governo dell’Impero.
355 d.C.
L’Imperatore nomina Cesare il fratellastro, nonché nipote diretto di Costanzo Cloro, Giuliano, conosciuto più che altro come filosofo e filo-ellenista. Questi, però, otterrà grandi successi militari e amministrativi in Germania ed in Gallia, guadagnandosi grande popolarità.
360 d.C.
Di fronte alla richiesta del sospettoso Costanzo II di mettergli a disposizione le truppe stanziate in Gallia, per tutta risposta queste acclamano Giuliano Imperatore.
361 d.C.
Costanzo II interrompe la sua campagna contro i Parti e muove contro di lui, ma perisce di febbri in Cilicia. Imperatore diviene, così, Flavio Claudio Giuliano, detto dai Cristiani l’Apostata per aver cercato di ristabilire il primato della religione degli Antichi Dei del Pantheon. Proprio riprendendo la lotta del suo predecessore contro i Parti, Giuliano viene ferito mortalmente in battaglia oltre la riva destra del Tigri. Morrà discutendo di filosofia con gli amici più stretti al suo capezzale. Aveva trentadue anni.
364 d.C.
Il
Tribunus Equitum Valentiniano - figlio di Graziano il Vecchio, già Comes Africae e poi Britanniarum (Comandante degli eserciti) - è acclamato Imperatore dai legionari in Bitinia (nell’attuale Turchia, sul Bosforo), e succede all’imbelle Gioviano. Subito, nominerà proprio associato in Oriente il fratello maggiore Valente, riservandosi la corona occidentale. Equo e vigile, consoliderà i confini nord orientali, sconfiggendo più volte i Germani.
375 d.C.
Valentiniano muore di un colpo apoplettico a Brigezio (nell’attuale Ungheria), mentre riceve una delegazione dei Germani Quadi: irritato dall’improntitudine degli ambasciatori barbari, ha uno scoppio d’ira tale da rimanere vittima di un malore fatale. Immediatamente, vengono acclamati Imperatori i figli Graziano, di sedici anni, e Valentiniano II, di soli quattro.
376 d.C.
Valente, meno dotato del fratello minore, sconfigge a fatica l’usurpatore Procopio e torna in possesso delle Province d’Asiana e Bitinia. Quando i Goti d’oltre il Danubio, terrorizzati dalle scorrerie unne, gli chiedono accoglienza nelle Diocesi di Tracia e Mesia, in cambio dell’arruolamento ai suoi ordini nei ranghi dell’esercito orientale, Valente consentirà che oltre duecentomila barbari, armati e con le proprie famiglie, varchino il Danubio. Ma le vessazioni e i soprusi subiti ad opera dei corrotti magistrati romani spingeranno i Goti alla rivolta.
378 d.C.
Valente affronta allora i Goti nella piana di Adrianopoli (l’attuale Edirne, in Turchia, al confine con la Grecia e la Bulgaria). Nonostante i generali gli avessero consigliato d’attendere l’esercito occidentale di Graziano in marcia per raggiungerli, darà battaglia in modo approssimativo e contradditorio. Sarà una terrificante sconfitta: decine di migliaia di legionari romani morranno in poche ore, ed anche Valente rimane ucciso; Roma è ora priva del suo esercito campale orientale.
379 d.C.
Graziano richiama dalla Spagna il Generale Teodosio il Giovane - già
Comes Moesiae e figlio del grande Generale Teodosio il Vecchio - e gli affida il governo dell’Impero d’Oriente. Teodosio si stabilirà immediatamente a Tessalonica (l’attuale Salonicco, in Grecia), da dove affronta i Goti e li costringe ad un trattato di pace. Viene colto, però, da una grave malattia, che lo porterà quasi alla morte: in questo frangente, vorrà farsi battezzare, abbracciando il Cristianesimo.
380 d.C.
In accordo con Graziano e Valentiniano II, Teodosio I promulga l'Editto di Tessalonica che dichiara il Credo cristiano-niceno religione ufficiale dell'Impero, proibendo in primo luogo l'Arianesimo e secondariamente anche i culti pagani, confiscandone tutti i beni a favore della Chiesa di Cristo. Anche per questo, i Cristiani inizieranno a chiamarlo Teodosio il Grande.
383 d.C.
Le legioni britanne acclamano Imperatore il
Comes Magno Clemente Massimo, da diversi anni al governo dell’Isola: dopo molti ripensamenti, questi accetta. Anch’egli ispanico, era stato un pupillo di Teodosio il Vecchio e amico d’infanzia del Giovane, seguendoli nelle campagne di Britannia, Retia (fra gli attuali Tirolo, Trentino, Veneto e Lombardia) ed Africa. Era grandemente benvoluto dalle sue truppe, così come dai Britanni che molto lo rimpiangeranno dopo che avrà lasciato l’Isola per invadere la Gallia, dove affronterà e ucciderà il legittimo Imperatore Graziano. Nonostante ciò, Teodosio terrà comunque con lui una condotta conciliante, riconoscendo al vecchio amico la corona d’Imperatore d’Occidente, per la parte delle Diocesi di Spagna, Gallia e Britannia.
387 d.C.
Magno Massimo varca le Alpi per strappare al giovanissimo Valentiniano II anche il dominio dell’Italia e dell’Africa, e diventare a pieno titolo collega di Teodosio.
388 d.C.
Teodosio affronta Magno Massimo, interrompendo il suo sogno imperiale. Il nome dell’ultimo
Comes Britanniarum sarà in seguito sottoposto a damnatio memoriae dalla cultura latino-cristiana, quale avversario del primo Imperatore integralmente cristiano, mentre entrerà per sempre nei miti e nelle leggende britanno-celte.
391 d.C.
Teodosio - fortemente influenzato dalla figura del Vescovo di Mediolanum Ambrogio (futuro Santo e Dottore della Chiesa Cattolica) - dà piena attuazione all’Editto di Tessalonica, chiudendo i templi pagani e proibendo ogni culto non cristiano; l’anno dopo, equiparerà l'immolazione nei sacrifici e la consultazione delle viscere alla Lesa Maestà, punibile con la morte.
392 d.C.
Valentiniano II, Imperatore di tutto l'Occidente - ma sotto la tutela del
Magister Equitum d’origine franca Arbogaste - viene trovato impiccato ad un albero nella città di Colonia Viennensis (l’attuale Vienne, Francia sud orientale), in Gallia: aveva 21 anni. Teodosio rimane, così, monarca di tutto l'Impero. Arbogaste, però, forse non estraneo alla morte del giovane Valentiniano, fa nominare Augusto dalle legioni di Gallia Flavio Eugenio (un ministro della Corte d’Occidente); il Senato di Roma lo appoggia, sperando possa opporsi al crescente potere della Chiesa Cristiana.
394 d.C.
Teodosio - coadiuvato dal
Magister Militum d’origine vandala Flavio Stilicone - affronta Eugenio presso il fiume Frigido (nell’attuale Slovenia) e lo sconfigge. Catturato, l’usurpatore sarà decapitato come traditore. L'Impero ha di nuovo un unico padrone. Teodosio muore, però, d’idropisia. Gli succedono i figli Onorio in Occidente ed Arcadio in Oriente.
402 d.C.
Stilicone, ora
Magister Militum di Onorio, sconfigge Alarico e i Visigoti prima a Pollenzo sul Tanaro (Piemonte) e poi a Verona.
406 d.C.
I Vandali, i Burgundi, gli Alani e Suebi attraversano il Reno ghiacciato a Mogontiacum (l’attuale Magonza, in Germania sud occidentale), travolgendo il
Limes che aveva retto per secoli: iniziano le Invasioni Barbariche.
407 d.C.
In Britannia, un semplice soldato sale di grado in grado, fino farsi acclamare Imperatore dalle legioni superstiti con il nome di Costantino III. In breve tempo, attraverserà la Manica e invaderà la Gallia, facendo di Arelate (l’attuale Arles, sulla Costa Azzurra) la propria capitale, estendendo poi la propria autorità anche sulla Spagna.
408 d.C.
Arcadio muore: gli succede sul trono orientale il figlio Teodosio II, di soli sette anni. Agli inizi sotto la tutela del Prefetto del Pretorio Flavio Antemio, egli regnerà a Costantinopoli per quarantadue anni, fino alla morte. - A Ravenna, sede della Corte dell’Impero d’Occidente, vittima di congiure di palazzo, viene giustiziato Flavio Stilicone, l’ultimo “campione” dell’Occidente.
409 d.C.
Costantino III ricaccia i Vandali oltre il Reno, e viene riconosciuto Augusto da Onorio.
410 d.C.
A fronte di pressanti richieste d’aiuto, l’Imperatore d’Occidente Onorio esorta con una lettera le città della Britannia a "provvedere a se stesse". - Una seconda ondata di barbari mette in difficoltà Costantino III, che deve affrontare anche la ribellione di Britannia e Armorica (l’attuale Normandia) - lasciate senza protezione contro i pirati sassoni - ed il tradimento del proprio generale Geronzio in Spagna: si rifugia così ad Arelate. - I Goti di Alarico saccheggiano Roma.
411 d.C.
Onorio manda il proprio
Magister Militum Costanzo contro Costantino III. Costanzo prima liquida Geronzio e poi assedia Arelate, costringe Costantino ad arrendersi, e lo giustizia.
417 d.C.
Onorio dà la sorella Galla Placidia in moglie a Costanzo, associandoselo più tardi come Augusto, con il nome di Costanzo III.
420 d.C.
Costanzo muore improvvisamente, lasciando Onorio solo e atterrito dalle responsabilità.
423 d.C.
Onorio, ritiratosi a Ravenna, muore d’edema. Teodosio II d’Oriente consente l’ascesa del piccolo Flavio Placido Valentiniano, figlio di Costanzo III e Galla Placidia, che - sotto la tutela della madre - sarà Augusto d’Occidente col nome di Valentiniano III.
429 d.C.
Il Generale Flavio Ezio ottiene la carica di
Magister Militum in Occidente: in pochi anni, sgominerà i barbari e anche i nemici interni, divenendo l’uomo più potente d’Occidente.
438 d.C.
Dopo nove anni di lavoro, viene pubblicato il Codice Teodosiano: testo giuridico e legislatorio voluto fortemente da Teodosio II. Entrerà in vigore l’anno successivo.
451 d.C.
Ezio, alleandosi con i Goti di Re Teodorico, sconfigge Attila e gli Unni ai Campi Catalaunici (nell’attuale Champagne, in Francia nord orientale). Teodorico morrà nella battaglia.
452 d.C.
Attila torna in Italia per spodestare Valentiniano III, rifugiatosi a Roma. Papa Leone Magno ne arresta la marcia.
454 d.C.
Valentiniano III, temendolo, fa sopprimere Ezio.
455 d.C.
Valentiniano III, a sua volta, viene ucciso per vendetta da due guardie fedeli ad Ezio. - I Vandali di Genserico (che aveva stabilito un proprio regno in Africa del nord) saccheggiano Roma.
457 d.C.
Sale al trono d’Occidente il Generale Giulio Valerio Maggioriano, che tenterà di strappare la Spagna ai Vandali e di fermarne l’espansionismo.
461 d.C.
Maggioriano viene tradito ed ucciso dal proprio comandante Ricimero, rampollo della nobiltà svevo-gota, che imporrà come Imperatore d’Occidente prima Libio Severo, poi Anicio Olibrio, ed infine Glicerio.
474 d.C.
Il
Comes Dalmatiae Giulio Nepote detronizza Glicerio e si fa nominare Imperatore di un Occidente che, praticamente, comprendeva solo l’Italia e parte della Gallia.
475 d.C.
Il
Magister Militum Flavio Oreste, nativo della Pannonia, costringe Nepote alla fuga e dichiara Imperatore il giovanissimo figlio Romolo Augustolo.

476 d.C.
Il germano Odoacre, ufficiale della Guardia Pretoriana, ma soprattutto capo delle tribù germane nell’esercito imperiale, depone facilmente Romolo Augustolo e dà inizio ai regni romano-barbarici in Occidente, mentre l’autorità dell’Impero Romano sopravvivrà formalmente nell’Imperatore d’Oriente Flavio Zenone.



Stacks Image 1046